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rokko

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  1. L'uso dei libri multimediali nasconde delle insidie. Uno studio non sistematico - ma per salti (link), come quello che si fa con i multimedia – se da una parte consente di sodisfare le nostre curiosità ed esigenze immediate, dall'altra non garantisce che tutte le parti concettualmente qualificanti siano stati toccate, e che siano toccate con progressione graduale di difficoltà. Seguendo i link, il lettore può disorientarsi, se non riesce ad inquadrare quel dato argomento in un tema più ampio; può “trovarsi intrappolato in percorsi non desiderati, che non comprende”. E' opportuno perciò che lo studio su multimedia non sostituisca, ma segua uno studio sistematico fatto con tecnologie classiche. Anche il fare una ricerca su Internet può sembrare più facile – e perciò più semplice – di quanto in realtà sia: oltre a richiedere delle conoscenze di base analoghe a quelle necessarie per una qualunque ricerca, richiede la capacità di distinguere siti – e quindi documenti – affidabili, da siti che non danno alcuna garanzia della bontà delle informazioni trovate.
  2. Due temi si sono intrecciati in questa discussione: - l'uso delle nuove tecnologie nella didattica della chimica, - l'immagine della chimica nella nostra società. Riguardo a quest'ultimo punto, sono perfettamente d'accordo sul fatto che l'immagine molto negativa della chimica che si è andata costituendo nella nostra società nuoccia gravemente sulla motivazione dei nostri studenti, motivazione già compromessa dalla nomea di materia molto difficile che (giustamente) l'accompagna. Certo sarebbe meglio che i ragazzi fossero consapevoli dei tanti benefici – oltre che dei danni – che vengono dalle conoscenze scientifiche e tecnologiche, in campo chimico in particolare; ma non se ne può fare una conditio sine qua non per l'uso delle nuove tecnologie nella didattica della chimica. Bisogna operare per creare un contesto culturale più favorevole allo studio della chimica mentre si sperimenta l'uso delle nuove tecnologie. Dall'idea che basti utilizzare computer, internet e prodotti multimediali per migliorare sic et simpliciter la qualità della didattica, credo che siamo un po' tutti sufficientemente vaccinati perchè esperti di grande prestigio ce l'hanno detto (vedi Antonio Calvani - Nell'illusione tecnologica c'è un pericolo per chi insegna - Telèma n.12 – 1998 - http://www.fub.it/telema/AUTORI/AutoriC.html#Calvani ). Si tratta invece di portare avanti una riflessione – che è appena agli inizi – su modi e tempi più opportuni per un uso efficace delle nuove tecnologie. Entrando nel merito della questione, non credo che l'uso delle nuove Tecnologie dell'Informazione e della Comunicazione (TIC) - che comprendono il computer, ma certo non si esauriscono in esso - debba venir dopo il momento in cui gli studenti hanno compreso concetti e meccanismi relativi ad un dato processo. Perchè rinunciare a priori all'uso di un potente strumento come le TIC che può essere utilizzato per aiutare gli studenti nella comprensione – così difficile – dei concetti e dei meccanismi dei processi chimici? Semmai non dobbiamo puntare esclusivamente su di essi; e non dobbiamo neanche porli in posizione secondaria rispetto al laboratorio, che deve essere – quando possibile – il punto di partenza di ogni discorso sulla chimica. La possibilità di utilizzare le TIC mette in discussione consolidate metodologie didattiche. La sfida è mettere a punto una metodologia didattica che preveda l'uso delle TIC, una metodologia in cui le TIC non vanno semplicemente a migliorare le attività che si facevano prima - lasciandole inalterate nella sostanza -, ma le mettono in discussione, le modificano, ne creano di nuove. Non è facile, non è semplice, ma non facciamoci condizionare dal mito del buon tempo antico ( “Quando non c'erano computer tutto andava ugualmente bene, forse meglio” ). Ciò porterebbe la scuola – e gli insegnanti in particolare – a far aumentare il solco che separa ciò che si studia e si fa dentro la scuola, e ciò che si usa e si fa fuori della scuola. Sarebbe tragico che mentre si constata che l'uso del computer produce in tutte le attività decisi miglioramenti in termini di efficacia e di efficienza, nella scuola semplicemente se ne ignorasse l'esistenza. Quando iniziare ad utilizzarlo? Con le dovute cautele, da subito. La cautela deve essere posta nel fatto che l'uso del computer non deve impedire l'acquisizione di determinate abilità: la capacità di scrivere una relazione, impostare un calcolo, fare un grafico, fare una titolazione deve sicuramente precedere l'uso di un programma di elaborazione testi, un foglio di calcolo, un software di simulazione delle attività di laboratorio; ma una volta in possesso delle abilità, nulla vieta che – a qualsiasi età – usando un computer si migliori l'aspetto della relazione, si facciano più rapidamente i calcoli, si costruiscano più velocemente i grafici, ci si alleni a svolgere attività di laboratorio. Rocco Cangialosi
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